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Analisi OGM

Un organismo geneticamente modificato (OGM) è un organismo il cui materiale genetico è stato alterato utilizzando tecniche di ingegneria genetica; molti Paesi hanno promulgato delle leggi per limitare i livelli di OGM nei prodotti alimentari (in genere, soia e mais);molti Paesi hanno promulgato delle leggi per limitare i livelli di OGM nei prodotti alimentari. 

Gli OGM sono stati introdotti su larga scala a metà degli anni ‘90, tramite colture geneticamente modificate (come soia, mais, cotone e colza) che sono state geneticamente modificate per conferire loro nuove caratteristiche normalmente assenti in natura, come la resistenza a determinati agenti patogeni o la tolleranza agli erbicidi (Round-up Ready crops resistant to glyphosate). Dal 2016, la superficie mondiale di queste colture è pari a 185 milioni di ettari (Ketler et al, 2018).

Gli OGM sono ora ampiamente utilizzati in molti settori quali l’alimentare, l’agricoltura e la zootecnia, nonché in ambito medico (produzione di insulina umana, vaccini ricombinanti, ecc.).

In Europa, il rilascio di OGM nell’ambiente è regolato dalla Direttiva 2001/18/CE la quale riporta anche la definizione di OGM: “Un organismo geneticamente modificato (OGM) è definito come un organismo, ad eccezione degli esseri umani, in cui il materiale genetico è stato alterato in un modo in cui non avviene naturalmente per accoppiamento e/o ricombinazione naturale” e con le tecniche specificate nell’Allegato I.

È solo nel 2003 che l’acronimo OGM si applica agli alimenti e ai mangimi grazie ai Regolamenti (UE) 1829/2003 e 1830/2003 che ne disciplinano l’etichettatura, la tracciabilità e l’immissione sul mercato.

Gli alimenti e i mangimi geneticamente modificati sono definiti come quelli contenenti OGM (ad es. biscotto di soia OGM), costituiti da OGM o ottenuti da OGM (ovvero alimenti o ingredienti ottenuti da OGM, in cui non si trovano né DNA transgenico, né proteine, ad es. olio di soia).

In Europa, esistono molti OGM autorizzati e commercializzati e provengono tutti da piante: mais, soia, colza, barbabietola e cotone. Tuttavia, la loro coltivazione è estremamente limitata e solo alcuni Stati membri (compresi Spagna e Portogallo) la consentono (mais MON 810).

Ad esempio, la soia geneticamente modificata rappresenta una porzione significativa dell’offerta globale ed è plausibile pensare che la gran parte finisca negli alimenti o nei mangimi. In Europa, circa il 90% della soia utilizzata come mangime è geneticamente modificata, e in Italia l’87% dei mangimi composti è geneticamente modificato a causa dell’85%-90% di soia e di farina di soia importate dai Paesi caratterizzati dalla più alta percentuale di superficie con colture biotecnologiche (Agricultural Biotechnology Annual, 2017), come Stati Uniti, Brasile e Canada (ISAAA, Global Status of Biotech/GM crops: 2017).

Etichettatura di alimenti e mangimi OGM

L’etichetta degli alimenti e dei mangimi geneticamente modificati deve indicare chiaramente la presenza di OGM se questa supera lo 0,9%.

Un’analisi negativa agli OGM non dimostra automaticamente che il prodotto sia privo di OGM, è necessario che gli operatori del settore alimentare traccino gli OGM e i prodotti derivati ​​tutte le fasi della catena produttiva e distributiva. Quando la percentuale di OGM è inferiore a 0,9%, non è necessario indicarne la presenza in etichetta purché la stessa sia accidentale o tecnicamente inevitabile; in questo caso gli operatori del settore devono dimostrare alle autorità competenti di aver preso tutte le giuste misure per evitarne la presenza.

Per i prodotti alimentari biologici si applica la stessa tolleranza dello 0,9%.                                                    

Alcuni OGM non sono ammessi (alcune varietà da colza e prodotti derivati), sono stati ritirati dal mercato e devono essere monitorati conformemente alla Decisione di esecuzione (UE) 2016/2268 della Commissione.

Nelle sementi, in cui la coltivazione di OGM è limitata come in tutta l’Unione europea, molte varietà di OGM non possono essere coltivate e quindi essere presenti nelle sementi stesse, se non altrimenti specificato.

OGM-free?

Molti prodotti alimentari sul mercato dichiarano di essere non OGM, ma questo tipo di claim non è in realtà regolato a livello comunitario: ciò lascia molto spazio agli Stati membri per legiferare autonomamente in merito, proponendo Linee-guida o disposizioni normative che disciplinano l’etichettatura senza OGM. Alcuni Stati membri, come Belgio e Svezia, hanno deciso di vietare tale tipo di etichettatura.

I livelli di tolleranza per la presenza casuale e tecnicamente inevitabile di OGM differiscono a seconda del Paese di origine -indipendentemente dal fatto che vi sia una legislazione in merito-, delle Linee-guida e dei sistemi che propongono protocolli volontari per la certificazione non OGM con limiti specifici per alimenti, mangimi e sementi.

Il governo italiano non ha una posizione definita sull’etichettatura “Senza OGM” e molte aziende e organizzazioni hanno implementato delle regole volontarie in tal senso, dandosi limiti specifici da applicare ai prodotti alimentari e ai mangimi.

Analisi degli OGM in alimenti e mangimi

Un OGM è un organismo il cui genoma è stato modificato introducendo una sequenza di DNA estraneo, un gene o meglio un transgene. Per questo motivo, la tecnica più appropriata per il rilevamento di OGM verifica la presenza della sequenza di DNA di un determinato OGM (chiamato “evento”). Inoltre, a differenza delle proteine, il DNA è una molecola relativamente stabile che può essere isolata da prodotti altamente trasformati e amplificata dalla PCR.

Ad oggi, la tecnica d’elezione per l’analisi degli OGM è la PCR real-time, che consente l’analisi qualitativa e quantitativa del DNA mediante oligonucleotidi e sonde fluorescenti specifiche per uno o più OGM.

Con la PCR, è possibile eseguire:

  • un test di screening, mirando alle sequenze di DNA, i cosiddetti elementi genici (ad es. promotore 35S, promotore terminate NOS, ecc.), comuni a gruppi di OGM, oppure
  • test specifici per eventi in grado di identificare il DNA di specifici eventi OGM.

Durante i test per gli OGM, è importante associare lo screening e l’approccio specifico per l’evento. Durante l’esecuzione di un test di screeningpiù sono i marker utilizzati e più affidabile è l’analisi, ma esiste anche un numero di eventi OGM specifici che non possono essere sottoposti a screening in questo modo e devono essere analizzati attraverso reazioni specifiche, in base alla composizione del campione.

L’ente di riferimento per l’analisi degli OGM in Europa è il JRC (Joint Research Center), che ha approvato diversi metodi di riferimento per l’analisi di numerosi eventi OGM in mais, soia, cotone, riso, colza, patate e barbabietole.

Il servizio Mérieux NutriSciences per gli OGM

Mérieux NutriSciences offre un servizio analitico completo di OGM per i settori alimentare e dei mangimi, con un’ampia selezione di OGM provenienti da soia, mais, colza, riso, cotone, barbabietola da zucchero, grano e anche salmone (il primo animale OGM nel mercato alimentare).

Offriamo screening accreditati degli OGM e identificazione / quantificazione specifica degli eventi OGM mediante PCR quantitativa real-time in una varietà di matrici di alimenti e mangimi contenenti ingredienti di queste piante.

I nostri metodi si basano sui metodi ufficiali JRC e ISO e garantiscono i requisiti minimi di prestazione secondo quanto previsto dal JRC, il laboratorio europeo di riferimento per i test sugli OGM.

I nostri laboratori sono certificati ISO 17025: 2017 e ISO 9001: 2015.

Annualmente, partecipiamo a 2 Proficiency Test FAPAS per ogni metodo analitico accreditato sugli OGM.

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