Analisi dei sedimenti
L’analisi dei sedimenti è uno dei migliori approcci per ottenere informazioni storiche sull’inquinamento di un’area, perché rappresentano la matrice ambientale che raccoglie sia i materiali provenienti dalle rocce nelle terre emerse sia quelli riversati nell’ambiente a causa delle attività umane.
Sedimenti: come avviene la contaminazione?
I sedimenti rappresentano il settore ambientale identificabile come il punto di raccolta finale dei materiali derivanti dalle terre emerse. Le fonti antropiche possono inquinare l’ambiente acquatico: alcuni contaminanti -che in acqua si trovano solo in tracce- possono accumularsi nei sedimenti e le loro concentrazioni possono aumentare nel tempo. In seguito, i contaminanti possono ricircolare nell’ambiente, per trasferimento nella colonna d’acqua sovrastante.
Il pericolo dei sedimenti inquinati risiede nel fatto che qualsiasi contaminazione ha ripercussioni sugli organismi bentonici e su altri organismi che entrano in contatto diretto o indiretto con essi, con conseguenze che riguardano l’intera catena alimentare.
I sedimenti possono essere utilizzati in diversi modi, soprattutto per il ripascimento (ad esempio, dei litorali) e per l’industria dei laterizi: effettuare l’analisi è quindi importante per acquisire conoscenze sul grado di inquinamento dell’ambiente marino (o dei fiumi, dei laghi, ecc.) e ai fini del possibile riutilizzo o in generale della gestione dei sedimenti dragati.
Contaminazione dei sediment: tante analisi importanti da tenere in considerazione.
Le sostanze chimiche di origine antropica possono entrare nell’ambiente acquatico e poi depositarsi nei sedimenti attraverso fonti specifiche, come uno scarico industriale o civile, siti contaminati o sversamenti accidentali; possono anche derivare da fonti diffuse, come percolazione, erosione di terreni agricoli trattati con pesticidi e deposizione atmosferica. Tra i principali inquinanti, ci sono metalli pesanti, diossine, PCB, idrocarburi, pesticidi. Alcuni di questi sono POP (Persistent Organic Pollutants), caratterizzati da alta lipoaffinità, semi-volatilità e resistenza alla degradazione. In condizioni ambientali tipiche, tendono a concentrarsi, raggiungendo così concentrazioni potenzialmente significative dal punto di vista sanitario e ambientale.
Inoltre, anche la contaminazione microbiologica deve essere presa in considerazione: l’analisi microbiologica dei sedimenti è spesso effettuata per identificare gli inquinanti derivanti da scarichi fognari o in generale dal trattamento delle acque reflue.
Parametri come la descrizione macroscopica, l’umidità e il pH aiutano a classificare il sedimento nell’ambiente da cui è stato prelevato. La granulometria -un test realizzato grazie a un granulometro laser- è uno dei fattori chiave nel campo della sedimentologia, perché la dimensione delle particelle influenza precisamente la capacità di trattenere acqua, nutrienti e contaminanti.
I test tossicologici ci danno un’idea della contaminazione dei sedimenti poiché l’eventuale inibizione della crescita algale o altri parametri su diversi organismi indicano una situazione possibilmente dannosa per l’ecosistema.
Analisi dei sedimenti: possibili applicazioni
I seguenti casi di studio possono essere un esempio dell’applicazione di test sui sedimenti con lo scopo di scoprire meglio le loro caratteristiche e i loro possibili usi.
A seconda del livello di contaminazione, il sedimento può essere riutilizzato o considerato un rifiuto: i test eseguiti sui sedimenti dragati mirano a caratterizzare i rifiuti con profili analitici che permettono di definire il loro impianto di smaltimento o recupero finale.
Nel quadro eco-tossicologico, i test sui bio-indicatori (per esempio, i mitili) giocano un ruolo importante, in quanto i bio-accumulatori possono delineare un quadro significativo della contaminazione sia dei sedimenti che della colonna d’acqua, permettendo così valutazioni sulla biodisponibilità delle sostanze tossiche e sul loro trasferimento nella catena alimentare.